BIMBI E MONDI DIVERSI

distanzaConosciamoci a distanza

 di Carlo Cumino e Marzia Festa

 La diversità e l’immigrazione sono diventati argomenti all’ordine del giorno, ma come parlarne con dei bambini? Vi proponiamo un piccolo gioco di ruolo.

 

Perché lo facciamo?

 Molto spesso, i bambini danno per scontato il fatto che vivono in condizioni privilegiate rispetto ai loro coetanei in altre parti del mondo e di conseguenza non capiscono le ragioni dell’immigrazione e dell’accoglienza dell’altro e il valore di ciò che hanno.

Per aumentare la loro consapevolezza proponiamo di realizzare un’attività che li avvicini ai bambini e faccia scoprire loro quanto siano fortunati rispetto a chi emigra e quali siano le loro ragioni.

 

Cosa ci serve?

Carta e penna per ogni gruppo.

Quante persone?

Una classe o il gruppo di un oratorio,

divisi in gruppi da 5 bambini.

Dove?

Luogo aperto o chiuso.

Durata?

Un’ora circa.

 

Cosa si fa?

  1. Prima di suddividere i bambini in gruppi, in circa 15 minuti si fa raccontare ad ogni bimbo la propria giornata, scrivendo pochi punti salienti di ciascun racconto su un cartellone.
  2. Ora si divide il gruppo di partenza in sottogruppi, cui viene richiesto di scrivere un’unica giornata tipo, ma con un deficit imposto: senza acqua, senza elettricità, senza mezzi di trasporto (ad es.: come vivresti, se non ci fosse la corrente elettrica?). Ad ogni gruppo, viene lasciata circa mezz’ora di tempo.
  3. Si riuniscono di nuovo tutti i gruppi assieme, per condividere cosa è emerso. Scegliendo un portavoce per ogni gruppo, si riportano su un nuovo cartellone (posto vicino a quello iniziale) alcune “giornate-deficit”, per confrontarle con quelle iniziali (senza deficit). È immediato il confronto tra la vita media di un bambino che ha certi benefit e quella di un bambino che non ha nulla, o pochissimo, di cui disporre.

 

Consigli durante lo svolgimento:

  •      cominciare con una breve introduzione sull’argomento (video, foto …)
  •       se si tratta di un gruppo piccolo, si può dare un ruolo ad ogni bimbo;
  •       si potrebbe far pescare ad ogni capo-gruppo un bigliettino in cui c’è scritto il deficit su cui si deve riflettere
  •      nel caso di due o più gruppi, è bene che ci sia un animatore per ogni gruppo, per dar consigli e per gestire il confronto e le narrazioni.

 

 Spunti per il conduttore:

  • Uno degli indicatori usati per calcolare l’impatto dell’uomo sul suo ambiente è l’impronta ecologica (o impronta ambientale), elaborata da William Reese nel 1992. Come riporta il sito del WWF, essa “misura la domanda umana sugli ecosistemi in termini di area, terrestre e marittima, biologicamente produttiva necessaria a produrre le risorse che l’uomo consuma e assorbire i rifiuti che produce”. Attualmente, l’impronta ambientale dell’umanità ha superato il 50% della capacità della Terra di fornire risorse: per nazioni come gli Stati Uniti si stima servirebbero undici pianeti Terra, mentre per il Congo ne basterebbe uno.
  • Le violazioni dei diritti dei bambini non hanno confini, ma (come riporta il sito italiano dell’Onu) ciò che fa la differenza sono le risposte dei singoli governi a livello nazionale e internazionale per combatterle. Fra le cause della violazione del diritto all’istruzione vi sono la distanza dei centri abitati dalle scuole, le spese di trasporto o anche pregiudizi dovuti a differenti tradizioni culturali.

 Domande da fare ai bambini per la rielaborazione:

  1. Cos’è stato più difficile?
  2. Avevi mai pensato che ci potesse essere questa difficoltà?
  3. Che cosa hai pensato mentre immaginavi te stesso in queste situazioni? 

EEDUCARE2.2b-29

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