Il cannocchiale

di Elisabetta Pia

Questa settimana vi proponiamo un'attività utile per dimostrare che, a volte, formuliamo giudizi che sminuiscono coloro che ci vivono accanto.

 

  

 

 

 Che cos’è?

La superbia, anche conosciuta come uno dei peccati capitali, in fondo non significa altro che guardare dentro ad un cannocchiale dalla parte sbagliata. Questa attività si propone di portare ad un confronto su "Come penso che gli altri mi vedano" e "Come realmente mi vedono gli altri".

Perché lo facciamo?

Ecco quello che facciamo: guardiamo gli altri dall’alto della nostra superbia e ci concediamo loro come se solo noi avessimo una grande ricchezza da offrire.
Iniziamo la nostra attività chiedendo ai ragazzi se conoscono la "superbia", che cosa significa, dove ne hanno sentito parlare, se credono sia diffusa…
Chiediamo loro se vorrebbero vedere la superbia chiusa in una scatola.

Che cosa si fa?

Per svolgere l’attività è necessario un cannocchiale che, all’inizio, sarà chiuso in una scatola. Preso il cannocchiale lo si darà (al contrario) ad ogni ragazzo, chiedendogli di descrivere ciò che vede, quali sono le sue sensazioni (si può variare facendogli cambiare punto di vista, facendo salire i ragazzi su una sedia o su un tavolo in modo da poter vedere gli altri dall’alto ancora più piccoli).
In questo modo si potrà fare un esempio ai ragazzi su che cosa significhi essere superbi: guardare dalla parte sbagliata del cannocchiale e vedere gli altri piccoli piccoli.
Dopo aver fatto provare questo esperimento a tutti, dividete i ragazzi in piccoli gruppi, per favorire il confronto. Chiedete ad ognuno di scrivere su un foglio come pensa che gli altri lo vedano (tempo concesso, circa 10 minuti).
Finito il momento di gruppo, fate un cerchio unico al centro del quale ognuno porrà il suo foglio girato al contrario; l’animatore ne prenderà uno a caso e ne leggerà il contenuto; anche se qualcuno dovesse indovinare di chi si tratta, non fatelo dire ad alta voce. Lasciate che la lettura di questi foglietti lasci loro una riflessione da portarsi a casa.

- È stato difficile esprimere me stesso visto dall'esterno?

- Ho scoperto, durante l’attività, cose che prima non vedevo di me?

A questo punto concludo, augurandovi buona “visione”!

Elisabetta Pia