MULTIMEDIALITA' E CATECHESI
Anna, catechista di bimbi di 4-5 anni: meglio evitare gli strumenti multimediali?
Ho una domanda: quest’anno svolgo una grande importante missione: la catechista dell’ACR. Seguirò bambini di 4-5 anni. Ho delle perlessità riguardo l’uso di strumenti multimediali, vista la loro età e il grande uso che già ne fanno a casa.
… Meglio evitare?
Grazie dell’aiuto!
Cara Anna, iniziamo facendoti i nostri auguri per questa importante missione che stai portando avanti nella tua comunità. La domanda che ci poni, non è cosa da poco e rappresenta una delle emergenze educative di questa era, sempre più caratterizzata da una comunicazione che passa attraverso i canali dell'immagine e della multimedialità.
La complessità educativa nell'affrontare questa tematica, non sta tanto nell'esistenza di nuove tecnologie comunicative, ma da una eventuale diseducazione dei nostri bambini e ragazzi nell'utilizzo di questi nuovi sistemi.
Il rischio che subito fa scattare il campanello dell'allarme educativo,è quello che i nostri bambini crescano e si relazionino perdendo quello che sta alla base di un rapporto umano: l'incontro.
Allo stesso tempo non possiamo censurare totalmente ciò che caratterizza la società di oggi, ma possiamo invece provare a conoscere quali sono i modi di comunicare dei più giovani e presentare loro un utilizzo sano di questi strumenti.
Quella che hai davanti è senza dubbio una bella impresa educativa, ma sottolineerei la grande occasione di poter fare catechismo con un gruppo di bambini così piccoli, per molti aspetti più aperti e meno condizionati da fattori esterni, come appunti quello tecnologico.
Il tuo essere catechista per questo, non dovrà basarsi su un utilizzo costante di supporti elettronici, ma una proposta graduale e guidata, potrà senza dubbio educarli e formarli ad un utilizzo futuro, che sicuramente ci sarà e che non possiamo eliminare.
Con loro, proprio per il fatto che sono ancora piccoli, potrai proporre e trasmettere dei messaggi di valore e fede utilizzando dei supporti audio-visivi, ma senza mai affidare totalmente l'incontro a queste “protesi” della comunicazione. Ricordati sempre di lasciare spazio alla relazione, che parte dall'incontro con l'altro, fatto di parole, sguardi e atteggiamenti.
Tutto questo perché tu utilizzerai questi strumenti in un contesto non normale. Di solito i bambini si relazionano da soli o al massimo con la famiglia con il mondo multimediale. A catechismo questo avviene in un gruppo, con dinamiche diverse e quindi è utile ricordare il ruolo fondamentale del conduttore, sia per creare l’attesa (“Ora vedremo un film che è un po’ particolare perché ..”), sia per accompagnare la rielaborazione (con domande finali, attività espressive o manuali, stimolando la discussione…). Il multimedia non educa, al massimo influenza. Chi educa rimangono le persone che scelgono e si formano per farlo. Si educa con i media, a tutte l’età. Anche facendo vedere che si può fare altro: educare al linguaggio delle immagini attraverso foto di carta è educazione ai media; educare all’uso delle parole è educare ai social. E anche questo è un compito educativo.
L’importante è ricordarsi che il computer, le slide, il dvd, e internet non sono i sostituti della nostra possibilità di comunicare e relazionarsi in maniera autentica, ma possono essere molto utili per amplificare i nostri messaggi.
Inoltre se ci fai caso gli stessi strumenti multimediali si “trasformano” in base al destinatario: guarda per esempio la differenza di cartoni animati tra Rai Yo Yo e Rai Gulp.
Per concludere il nostro invito è quello di partire da una conoscenza reciproca attraverso i metodi più tradizionali, quelli appunto del dialogo, ma non abbandonare l'idea di affidarsi ogni tanto a qualche modalità più interattiva e tecnologica.
Lo staff de Lo Spiazzo