DIVERSO DA CHI?

Scritto da Redazione.

lettera temi

Ci sono tanti tipi di diversità, tanti significati per la parola “diverso”. Come affrontare il discorso in un oratorio?

 

 

 

 

 

 

Questa settimana è arrivata la lettera di un’equipe animatori di Avigliana (To) che ci dicono:

“I nostri ragazzi frequentano le superiori (abbiamo due gruppi: uno di seconda e uno di quarta-quinta superiore). Quest'anno il tema comune per tutte le parrocchie è l'accoglienza del "diverso", dell'altro, con attenzione alla tematica della povertà. Vi chiediamo qualche spunto, sia per la nostra formazione educatori, sia per stimolare la riflessione in gruppo con i ragazzi.  Qualsiasi idea è ben accetta!!”

Risponde lo staff de Lo Spiazzo:

Per impostare un buon discorso sulla diversità occorre (come per qualunque altro tema educativo) ragionare su alcuni obiettivi/punti fondamentali da raggiungere.

I capisaldi

•          La diversità è una condizione comune - Quando una persona dice ad un’altra “Tu sei diverso”, automaticamente sta affermando anche le proprie differenze rispetto all’interlocutore. Essere diversi è ciò che fonda la nostra unicità!

•          La diversità è ricchezza – Si tratta di una ricchezza vera, realizzata e, per certi versi, anche ricercata, quando si vive in un’ottica di relazione. Perché allora sono attratto anche dalla persona diversa da me? Perché voglio sperimentare anche la componente che non ho... Di conseguenza la diversità diventa la condizione necessaria per avere qualche cosa di più… Per avere quello che manca a me!

•          La diversità fa paura - Proprio perché da una parte ci attrae, ma dall’altra ci spaventa. Allora bisogna superare la paura per arrivare alla possibilità dell’incontro.

Come superare quest’ostacolo?

•          La diversità è una condizione comune; ad un primo livello possiamo dire di sperimentarla nei confronti delle persone che vivono con noi tutti i giorni.

A volte ci è più facile accogliere qualcuno che viene da un altro paese, ma non il nostro compagno di banco. Ecco che allora la diversità è la capacità di accettare il fatto che abbiamo caratteri e stili diversi: non dobbiamo per forza tutti uniformarci.

 

•        Il secondo livello è una diversità dovuta alla cultura: esistono approcci diversi nella vita!

•        Un terzo livello è la diversità fisica, che ci apre l’orizzonte delle diverse abilità…

•        Infine il livello più difficile è quello che ci pone davanti una persona con cui non ci identifichiamo: chi si comporta in modo completamente diverso da noi e che si trova in una condizione del tutto diversa.

È il caso di chi vive l’esperienza del carcere, ma anche di chi ci ha tradito o di chi ci ha fatto soffrire.

In pratica?

•          Un film: “L’uomo senza volto” di e con Mel Gibson, oppure “Il sapore della vittoria” con Denzel Washington.

•          Si può lavorare sui quattro livelli che abbiamo elencato (identità di gruppo e capacità di collaborare nella diversità); oppure incontrare realtà che lavorano sull’accoglienza; oppure, ancora, invitare qualcuno che sia a contatto con quel mondo e possa offrire una testimonianza, favorendo lo scambio di vedute sul tema.

Lo staff de Lo Spiazzo

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