UN GIOCO PER TROVASI

Scritto da Redazione.

gioco

di Carlo Cumino

 

“Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia”(d. Milani)

 

  

 

 

 

Partendo da questa storica frase di Don Lorenzo Milani, vi proponiamo un’attività di role playing volta ad aiutare i ragazzi a mettersi nei panni di un altro, a discutere e a trovare una soluzione condivisa.

L’attività è rivolta ai ragazzi delle superiori.

 

 

 

Perché lo facciamo?

 

Lo strumento del role playing è innanzitutto utile per far conoscere meglio ai ragazzi una determinata realtà con i suoi problemi, facendo vestire loro i panni di una persona che è membro di un altro gruppo etnico o sociale.

Molto utilizzata nella formazione professionale, l’attività del role playing consente di far conoscere ai ragazzi situazioni reali e di far comprendere loro come si stabiliscono le relazioni all’interno di un processo di comunicazione complesso; allo stesso tempo li rende consapevoli dei propri atteggiamenti.

Attraverso quest’attività i ragazzi possono imparare non solo a muoversi in situazioni problematiche, ma anche a conoscere meglio se stessi, a dialogare con gli altri (può quindi essere anche usata per avviare attività di gruppo) e a mettere in gioco i loro punti di vista.

 

Che cosa ci serve? Carta e penna per ogni gruppo.

Quante persone?  Dai 15 ai 40 ragazzi (circa)

Dove? Luogo chiuso

Durata? Da 1 ora a 1 ora e mezza

 

Cosa si fa?  

 

 Si formano dei gruppi, come minimo di cinque persone (il numero dei gruppi può variare in base al numero dei partecipanti e/o dei gruppi protagonisti della vicenda). Ad ogni gruppo viene dato un foglio in cui viene chiarito il suo ruolo, specificando quali sono i suoi interessi e gli argomenti che porta in suo favore.  

Di questi gruppi uno sarà quello che avrà poi la funzione di moderare gli interventi degli altri, far rispettare i tempi e trovare una soluzione condivisa.

 

Una volta suddivisi, i singoli gruppi devono decidere (in circa 10 minuti) quale strategia utilizzare e come strutturare il proprio intervento; individuano chi sarà il portavoce che lo esporrà agli altri gruppi. Durante questa fase il gruppo moderatore avrà anche il compito di decidere l’ordine degli interventi.  

 

Si simula quindi una vera e propria conferenza/riunione. Il gruppo moderatore dà il benvenuto agli altri e introduce l’argomento di discussione; dà poi la parola ai portavoce degli altri gruppi secondo la scaletta decisa. Ogni intervento è di circa 5 minuti, e il gruppo moderatore ha il ruolo di far sì che i gruppi rispettino il tempo prestabilito.

 

Conclusi i singoli interventi, i moderatori danno il via ad un vero e proprio confronto fra i gruppi, i quali avanzeranno richieste gli uni verso gli altri, cercando di convincere gli interlocutori della ragionevolezza dei propri argomenti. Il tempo della discussione può variare a seconda del numero di gruppi coinvolto nella prima fase (ma in genere è di circa 30 minuti).

Il gruppo moderatore dovrà fare il possibile per far sì che si rispettino i tempi previsti, evitando che la discussione degeneri; dovràdecidere se accordare o meno la parola agli altri gruppi e in quale ordine, evitando che una delle parti monopolizzi il dibattito.

 

Al termine della discussione, il gruppo moderatore ringrazia i partecipanti e propone una soluzione di compromesso: le parti decidono se accettare o meno (questa fase dura circa 5 minuti).    

 

Domande per la rielaborazione

 

A seguito della discussione, il formatore riunisce i partecipanti e dà il via ad un momento di rielaborazione (sia come singoli che come gruppi) in cui possono essere poste le seguenti domande:  

 

Mi è stato facile capire il punto di vista del ruolo che ho interpretato?

Le mie idee a proposito di quest’argomento sono state confermate oppure no?

Sono venuto a conoscenza di nuovi dati che prima non conoscevo?

 

Che cosa fa il formatore?

 

Durante la fase di discussione interna dei gruppi, il formatore gira spiegando meglio ai membri dei singoli gruppi qual è il loro ruolo e dando loro maggiori informazioni su chi rappresentano e quale dovrebbe essere il loro modo di porsi nei confronti degli altri gruppi (con chi essere più ostile o con chi avere un comportamento più collaborativo, etc… ).

Durante la discussione il formatore non prende posizione: si mantiene all’esterno del dibattito per controllare che i componenti non escano dai ruoli; può anche annotare le dinamiche di svoglimento del role playing.

 

Suggerimenti per il formatore

 

Una possibile variante di quest’attività consiste nel far individuare a tutti i gruppi insieme la soluzione di compromesso (punto 5), senza dare a nessuno in particolare l’incarico di trovare una mediazione. Questo costituisce un ulteriore esercizio di lavoro cooperativo.

Una scheda con maggiori informazioni su questa tecnica è disponibile sul sito ReQus.

 

Carlo Cumino

EEDUCARE2.2b-29

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