LA MESSA È COMUNITÀ?

Scritto da Redazione.

lettera comunitLa domanda della settimana ci è giunta da un don che ci chiede consiglio riguardo il rapporto Eucaristia-educatori in parrocchia.

 

 

Ciao sono don Alessio, nella mia parrocchia ci stiamo da tempo interrogando sul rapporto tra Eucaristia della domenica ed educatori in parrocchia. La Messa fa problema: "Non mi da niente" è la risposta più ricorrente ...Non dico che gli educatori non vengano mai, ma certo non è "la fonte e il culmine" della loro vita di cristiani......Volevo sapere un vostro parere al riguardo. 

don Alessio 

LA RISPOSTA DE LO SPIAZZO

 

Ciao don Alessio!

 

Grazie per la richiesta di un confronto. Iniziamo col dire che ci sono diverse situazioni riguardanti la messa. Da un lato c’è un discorso emozionale spesso esasperato (o c’è la messa fantasmagorica o niente), dall’altro c’è una poca cura anche dell’aspetto emozionale con la scusa che l’essenziale sia altrove.

Noi crediamo che il vero sia nel mezzo, ma con una cura particolare al senso di comunità. La messa va curata bene. Ben preparata, ben celebrata, ben cantata.

 

Il lavoro da fare con gli educatori è quello di spingere fin da giovani all’“obbligo” della messa per chi educa. Certe cose avvengono per l’età. Che la messa diventi il centro della nostra vita da cristiani è qualcosa che matura pian piano. Il nostro compito è quello di spingere in virtù di un senso comunitario: se ti prendi l’impegno di educare in comunità, allora c’è anche l’impegno di vivere la messa, che è il cuore della comunità.

 

La prima domanda è quindi se per la comunità la messa è il primo luogo di vita. La questione non è puntare il dito sul parroco, in quanto bisogna chiedersi prima quanto facciamo noi laici adulti. Quanto siamo fratelli maggiori dei ragazzi aiutandoli a superare le normali riluttanze adolescenziali e post-adolescenziali?

 

Il problema è proprio la comunità. Bisognerebbe trasformare la domenica in un momento in cui “mancare” fa la differenza in negativo ed “esserci” la fa in positivo. Non è il semplice “emozionare”, ma qualcosa di più. È la cura alla comunità, alla persona.

 

Per educare i giovani bisogna alternare i momenti di richiamo con quelli dell’esempio (i giovani adulti che in qualche modo insistono), bisogna partire da un gruppo che ci crede (il consiglio pastorale?) e che diventa lievito per tutti. Il gruppo liturgico deve sicuramente essere sia fedele al suo mandato e sia creativo come lo Spirito Santo.

 

Sicuramente la predica deve essere più “comunitaria”, più mandataria di un vivere comune durante la settimana, “Come il Vangelo di questa domenica illumina la mia vita d’imprenditore, di casalinga, d’impiegato, di operaio, di studente, di fidanzato, ecc…?

Speriamo di averti risposto!

Lo staff de Lo Spiazzo

EEDUCARE2.2b-29

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