Più gioia, meno stress
di Carlo Di Michele
Un buon approccio allo sport permette di coltivarlo a lungo.
Alcune proposte per far sì che i bambini si approccino allo sport godendo degli aspetti ludici e formativi, oltre che fare esperienza dell'impegno e della disciplina sportiva specifica.
Perchè lo facciamo?
A volte capita che alcuni allenatori sportivi, che hanno a che fare con bambini delle elementari o ragazzi delle medie, dimentichino con chi lavorano e adottino metodi di allenamento molto duri e faticosi.
In questo modo è facile che venga percepita più la parte faticosa di quella divertente, poiché a quell'età non è ancora ben chiaro che cosa sia l'agonismo sportivo.
Il divertimento non deve essere visto solo come un momento di svago; può offrire ottimi spunti educativi: avere a che fare con gli altri approcciandosi con rispetto, vivere momenti di benessere sano, muoversi all’interno di alcune regole che garantiscono il divertimento per tutti.
Inoltre, metodi di allenamento troppo intensi possono portare i ragazzi ad avere un contatto quasi traumatico con il mondo dello sport, a cui spesso rispondono con l'abbandono dell'attività fisica stessa.
Cosa si fa?
Per lavorare sulle dinamiche educative e ludiche dello sport, aiutando i ragazzi a valorizzare questi aspetti, possiamo mascherare alcune fasi dell'allenamento sotto forma di gioco, rendendo il tutto più divertente.
Proponiamo quindi ai ragazzi di giocare a “Palla pazza”.
Materiale:
Palla, scalpi (secondo il numero dei giocatori)Obiettivo:cercare di fare meta con la palla nella parte opposta del campo.
Spiegazione:
Il campo viene diviso in due parti.
Ogni giocatore può compiere al massimo tre passi con la palla in mano, dopodiché è obbligato a passarla ad un compagno. Gli avversari possono intercettare il pallone o sottrarlo, rubando lo scalpo che ogni giocatore tiene dietro la schiena.
Lo scalpo può essere rubato solo a chi in quel momento è in possesso del pallone.
Questo è solo uno dei tanti esempi in cui in un gioco compaiono molte dimensioni del mondo sportivo: gioco di squadra, logica di gioco, posizione in campo, tattiche, schemi,modi di difendere, attaccare…
Ad esempio, se si ha a che fare con bambini abbastanza piccoli, è molto facile che all’inizio del gioco tutti rivolgano la loro attenzione solo alla palla ed è proprio in questo momento che l’allenatore potrà intervenire cercando di introdurre l’argomento della posizione in campo : se tutti sono fermi e stanno intorno alla palla non c’è gioco, se invece chi non ha la palla si muove, si allontana, crea movimento e da lì tutti gli altri meccanismi.
Consigli per l'allenatore
È opportuno che durante il gioco l'allenatore faccia i suoi interventi facendo risaltare come, anche in un gioco semplice, si ritrovino le stesse basi di altri sport praticati dai ragazzi (calcio,basket, rugby, pallavolo…) menzionati nel paragrafo precedente.
Se ciò non avviene, la fase di gioco rimane fine a se stessa e si perde la parte utile: tutto ciò sempre tenendo presente che sono bambini e hanno perciò anche diritto a giocare in modo spontaneo!
Riflessioni e conclusioni
Trovare il giusto mix tra il gioco e l'allenamento potrebbe essere una giusta attenzione per far “affezionare” i ragazzi allo sport, in modo che proseguano questa attività molto importante, poiché il primo impatto con questo mondo sarà stato divertente e piacevole. Il gioco spesso viene sminuito, quando in realtà, come dice Dalmazio Maggi in Anche lo sport ha un'anima, esso è “palestra di vita” e “giocare e lavorare con la testa, con il corpo e con gli altri è la base e la strada per poter crescere in modo armonico e completo.”
Testo di riferimento: D. Maggi, Anche lo sport ha un’anima. Riflessioni pedagogico-spirituali per operatori sportivi, Rivoli, Elledici, 1989.
Carlo Di Michele
Parole chiave : gioco di squadra, stress, tattiche, benessere