FAMILY MATCH
di Gabriella Cappelletti
Gli adulti lavorano in alleanza educativa per accompagnare i ragazzi sportivi in uno sviluppo armonico del corpo e della mente.
Perché lo facciamo?
I ragazzi, nel loro percorso di crescita, si devono sentire accettati dalle persone che li circondano perché spesso sono proprio loro stessi che non si accettano e che hanno un rapporto difficile con il proprio fisico, a volte perché non lo amano abbastanza, altre perché lo curano troppo ma non nei suoi bisogni essenziali.
Inoltre, è importante che si sentano dire: “Divertiti e ricorda che non conta il risultato finale, ma come ti impegni a vivere la gara”.
In queste situazioni può giocare un ruolo fondamentale la figura del genitore. Per questo motivo l’allenatore, la società sportiva e il genitore devono sviluppare un buon rapporto e una continua comunicazione che possa aiutare lo sviluppo armonico del corpo e della psicologia del ragazzo.
Cosa si fa?
Per rafforzare il rapporto e la fiducia tra società sportiva, ragazzi e genitori si può proporre un pomeriggio in cui giocare tutti insieme.
Fate due squadre, una di ragazzi e allenatori, l’altra di genitori e parenti. Chi non può giocare, può fare l’arbitro, la telecronaca, le foto, intervistare i giocatori.
E, dopo la partita, qualunque sia il risultato, si deve festeggiare tutti insieme!
Riflessioni e conclusioni
Durante la partita si possono creare delle situazioni divertenti e utili per sviluppare fiducia e per sollevare riflessioni.
Magari, infatti, quegli adulti che criticano spesso i propri figli e che si sono sempre vantati di essere stati degli “Assi” ai tempi della loro gioventù, dovranno fare i conti con le loro insicurezze e potranno comprendere l'impegno e la fatica dei loro figli. Per i ragazzi, da parte loro, può anche essere l’occasione, in un contesto informale, per mostrare quello che veramente i ragazzi sanno fare.
Dopo un breve periodo di tempo si potrebbe poi organizzare un’altra partita, questa volta mista tra genitori e figli, per stimolare divertimento e collaborazione, sul campo e a casa.
Gabriella Cappelletti