L’allenamento vincente
di Gabriella Cappelletti
Quello che ci suscita la parola "sport": fatica, sudore, gioie e dolori e tante altre emozioni.
Sudore, fatica, stanchezza… sono parole in apparenza negative che fanno pensare a tutti, più o meno direttamente, all’idea di “sport”. Come può, allora, un allenatore motivare i ragazzi a lasciare un po’ da parte i videogiochi per capire l’importanza e la bellezza dell’allenamento?
Perché lo facciamo?
“Avere talento è un dono, il merito è saperlo utilizzare. Può arrivare ai vertici sia l’atleta di talento, sia chi, avendone meno, supplisce con la volontà” (Julio Velasco, ex allenatore di pallavolo). Spesso ci si confonde, pensando che lo sport equivalga al momento in cui si sale sul podio, quando si riceve una medaglia o si raggiunge un record. Questi sono, sì, momenti fondamentali nella carriera dell’atleta, ma rappresentano l’obiettivo che ci si pone. Lo sport è anche e soprattutto allenamento costante, coerenza, volontà: non si può pensare di arrivare a risultati importanti solo con il talento. L’atleta non può permettersi di gettare la spugna, ma deve continuare a impegnarsi nonostante la fatica, il sudore, le difficoltà: solo allora avrà capito il vero significato della parola “sport”.
Che cosa si fa?
L’allenatore assegna un colore diverso a ogni ragazzo. In precedenza ha stampato un’immagine su tanti fogli quanti sono i ragazzi (può essere ad esempio la foto della squadra) e poi li ha incollati su tanti cartoncini dei colori assegnati. Ciascuno di questi fogli sarà poi ritagliato, così da creare tanti pezzi del puzzle. I ragazzi dovranno trovare i pezzi del puzzle del loro colore nascosti nei luoghi in cui si allenano e dovranno poi rimetterli insieme. A questo punto, però, i puzzle non saranno completi: l’allenatore ha, infatti, tenuto da parte alcuni pezzi e perciò i ragazzi dovranno aspettare gli allenamenti successivi per cercare nuovamente i pezzi e inserirli nel proprio puzzle per completarlo.
Consigli per l’allenatore
Questa attivazione, come l’allenamento, ha una duplice funzione: serve, infatti, sia a far capire che ci si deve impegnare in quello che si fa sia che, anche se non si arriva subito all’obiettivo fissato, è importante non mollare la presa. Dopo ogni seduta di allenamento potete far rispondere con una parola e un voto a queste domande:
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Quanto mi sono impegnato con serietà oggi da 1 a 10?
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Cosa sono riuscito a fare oggi?
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Cosa vorrei riuscire a fare la prossima volta?
Riflessioni e conclusione
Ecco che l’allenamento sportivo può essere una delle tante metafore della vita: imparare l’arte di impegnarsi per raggiungere qualcosa di più grande. Al contrario, quindi, non allenarsi equivale a ritirarsi e a rinunciare ai nostri sogni, alle nostre aspirazioni.
Alcuni spunti sono tratti da:
C. Belfiore e E. Zof, L’alfabeto dello sportivo, Elledici, Torino 2012.
C. Belfiore, Sport: una passione da vivere in famiglia, Elledici, Torino 2010.
Gabriella Cappelletti