I COLORI DELLA VITTORIA
di Marzia Festa
Uno spunto per far riflettere non solo una squadra sportiva, ma anche un gruppo di oratorio, una classe... il razzismo dilaga un po' dappertutto!
Un allenatore bianco e uno nero. Due squadre di razze diverse costrette a giocare insieme, unite da un unico obiettivo: la vittoria. Ma, forse, il vero obiettivo è riuscire a vedere di che colore è l’altro: non la sua pelle, ma la sua anima!
Quest’attivazione si propone, prendendo spunto dal film Il sapore della vittoria, di riflettere sulle tensioni razziali in campo sportivo. Purtroppo, ancora al giorno d’oggi, sono diffusi cori, atti e manifestazioni da stadio razzisti. Possibile che nel 2014 non si sia superato questo muro di odio immotivato??
La storia
Il sapore della vittoria - Uniti si vince è un bellissimo film del 2000, diretto da Boaz Yakin, con Denzel Washington. È la storia, realmente accaduta, di una squadra di football americano di un liceo di Alexandria (Virginia).
La storia è ambientata nel 1971: l'allenatore di colore Herman Boone viene chiamato a sostituire il coach del liceo T.C. Williams High School, Bill Yoast che, di fronte all’affronto di essere sostituito per giunta da un nero, vorrebbe andarsene ma, su richiesta dei ragazzi che allena, accetta di essere il vice di Boone.
Ma i problemi sono solo all’inizio. Infatti, i ragazzi bianchi di Yoast e i neri di Boone non accettano di dover giocare fianco fianco.
Durante uno stage di selezione, Boone s’impunta: ognuno dovrà prendersi giornalmente l’impegno di conoscere un ragazzo dell’altra razza. È facile immaginare la reazione ribelle dei ragazzi... ma, paradossalmente, le tensioni razziali all'interno della squadra si allentano via via, tanto che nascono delle amicizie e un rapporto bellissimo tra Gerry Bertier e Julius Campbell, dapprima litigiosi nemici e poi inseparabili amici per tutta la vita.
La squadra mista riesce a ottenere dei grandi risultati ma, un incidente che rende Gerry paralizzato, mette in bilico l’equilibrio. La squadra “colorata”, nonostante tutto, vince la finale e diventa il mito del liceo.
Spunti per il conduttore
Provate a far pensare ai ragazzi quali sono i motivi che possono spingere una persona ad odiarne un’altra, semplicemente perché diversa da sé, e stimolate la discussione.
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Ci sono delle motivazioni culturali a questo odio? La storia ha, purtroppo, tanti precedenti di teorie razziali in cui viene provata, per mezzo di ridicoli studi, l’inferiorità di una razza rispetto ad un’altra.
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Le razze diverse dalla nostra hanno delle capacità inferiori rispetto alle altre? A giudicare dal film si potrebbe dire che è proprio la mescolanza proposta dal coach Boone che rende così vivace e forte la squadra.
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Un altro spunto può essere far rivedere la scena del commuovente dialogo tra Gerry e Julius in ospedale, in cui l’infermiera dice a Julius che possono far visita solo i parenti e Gerry le risponde: “Sei cieca? Non vedi che siamo due gocce d’acqua? È mio fratello.” E poi nel dialogo tra i due, sempre Gerry: “Avevo paura di te. Di quello che non conoscevo. Avevo paura di mio fratello!”.
Ecco chi sono “gli altri”, “i diversi da noi”: dei fratelli.
Consigli
Infine, se siete allenatori di squadre miste con ragazzi di diverse nazionalità, che hanno delle difficoltà di relazione e di coesione, cercate di applicare alcuni punti che ritrovate nel film. Per esempio, provate a chiedere ai ragazzi di far amicizia con un compagno di squadra di un'altra origine e di raccontare ai compagni cos'ha scoperto di lui. Ciò potrebbe arricchire i rapporti interpersonali!
Allora, palla al centro e...iniziamo a giocare!
Marzia Festa